Nel primo numero del Bollettino
compare una foto suggestiva,
almeno per l'autore, realizzata con una Rollei Automat B, durante le
ferie dell'anno 2002, in una giornata uggiosa di settembre che
sembra presagire l'inverno alle porte. L'angolo semibuio
si trova nella valle di Rabbi, Parco dello Stelvio. E' evidente
l'impiego di un tempo lungo per rendere soffice e filante il
movimento dell'acqua. L'apparecchio è stato appoggiato su un monopiede
al fine di evitare il micromosso.
Sono trascorsi 5 anni. Lo stesso
fotoamatore il giorno di ferragosto, si trova ancora nella valle di Rabbi. La biottica è
stata dimenticata a casa ma in un taschino della giacca a vento
trova posto l'inseparabile Rollei Prego. Troppo forte è la
tentazione di ripercorrere quel sentiero e rivedere la stessa
scena, magari ancor più interessante. Forse l'acqua ha modellato la roccia fino a farle
assumere una forma diversa. Forse il sole che filtra fra i rami può
arricchire l'immagine con qualche gioco di luce. La Prego è
pronta per
fare il proprio dovere e consentire intanto di fissare un'idea. Poi si potrà
tornare con la biottica lasciata a casa e magari vedere se
una foto realizzata con un Planar a 6 lenti è più ricca di
quella di un Tessar.
E invece il quadro non è più
quello di una volta. La roccia è sempre al suo posto, all'apparenza
indifferente alle migliaia di litri d'acqua che le sono passati
addosso, ma il sipario dato dai rivoli che saltano in basso si è
assottigliato ed è meno esteso.
Il fotografo non si arrende e scatta un certo numero di
foto con varie angolazioni; poi in post produzione, dopo aver
invano
cercato quella che
meno
differisce rispetto alla precedente immagine, prende atto che la
veduta fissata anni addietro è tutt'altra cosa e non solo per
qualche elemento di troppo, facilmente eliminabile col
ritaglio (ancora una volta il formato quadrato risulta migliore
rispetto al rettangolo).
Diamo per scontato il limite della
Prego che non consente di scegliere la coppia tempo - diaframma e
gela il movimento dell'acqua. Prendiamo atto che il bosco in
ombra suggerisce la fuga verso l'ignoto mentre il raggio impietoso
del sole rende evidente un banale cespuglio.
Ma il torrente meno alimentato da
un lontano ghiacciaio e forse depauperato da qualche prelievo non ha
più la portata sufficiente per nascondere la cavità che nei secoli
si è formata sotto il masso.
Ancora una volta la fotografia
aveva
consentito di fissare un momento che non può essere ripetuto!!

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