EXCUSATIO NON PETITA
(ma spero che gli amici mi perdonino
la divagazione)
Ancora
una volta cedo alla tentazione di mostrare un motociclo in un sito
dedicato alla fotografia. E ciò non solo in quanto per fotografare dobbiamo muoverci e non
sempre le gambe sono sufficienti, ma soprattutto perchè sono
convinto che un'unica passione lega coloro che si dedicano all'uso
di apparecchi del tempo andato e ne traggono risultati che mai si
potrebbero ottenere con apparecchi moderni e coloro che fanno
rivivere creazioni dell'ingegno umano e le riportano a condizioni
tali da consentirne l'uso per cui erano state progettate.
La moto era la vettura dell'Italia
risorta dalla guerra che l'aveva vista ridotta a campo di battaglia
per eserciti stranieri
ed era una creatura viva che accompagnava l'uomo nella vita di
tutti i giorni, nel lavoro come nello svago.
Questa che sto
per presentarvi è un esemplare di moto "classica", nata negli anni
'30 e tenuta in produzione con aggiornamenti fino agli anni in cui si
intravedeva il boom economico, realizzata con capacità
ma anche con amore; il restauro è opera di un amico che sa far
rivivere le
migliori realizzazioni del settore
OGGETTO:
Motociclo Sertum 500
Bicilindrica;
immatricolato in
data 8 luglio 1955; la carta di circolazione indica come anno di
costruzione il 1950:
E' interessante
il confronto tra questa immagine e quella del
modello
originale
dell'anno 1937.
La forcella a
parallelogramma, tanto cara ai vecchi motociclisti, è scomparsa,
sostituita da una forcella telescopica. Compare un più moderno freno
centrale. La sospensione posteriore a forcellone oscillante
non ha più i classici ammortizzatori a frizione, sostituiti da
ammortizzatori idraulici con molle coassiali.
Ma le modifiche
riguardano solo la parte ciclistica poiché il motore è ancora il
robusto e pesante
bicilindrico con valvole laterali.
Si tratta quindi
del canto del cigno della gloriosa produzione Sertum, quando era
ormai imminente il fallimento e, nell'anno 1952, la chiusura della fabbrica.
Il lungo tempo trascorso tra la costruzione e l'immatricolazione
dimostra la difficoltà di trovare il compratore per un
prodotto non più assistito dal costruttore.
PRODUTTORE
Officine Meccaniche FAUSTO
ALBERTI S.p.A., operanti nel periodo 1931 - 1952.
ANNO DI
COSTRUZIONE:
anno 1950.
DESCRIZIONE E FOTO
ALTRA VISTA DELLA
MOTO RESTAURATA
VISTA CARBURATORE
Fa quasi tenerezza ora che gli impianti
ad iniezione gestiscono la formazione l'alimentazione nei
motori ciclo Otto, vedere un bel carburatore dei tempi andati,
alimentato per gravità, con la sua brava vaschetta per il
galleggiante e il pulsante per il "cicchetto". Altri particolari
interessanti sono il doppio comando a cavo per la farfalla e per il tegolino che riduce il flusso d'aria e arricchisce la carburazione
per agevolare l'avviamento a freddo. Guardate ancora la trombetta per
l'aspirazione: allora le cartucce di speciale carta non esistevano e
solo i pignoli montavano un filtro a paglietta metallica.
VISTA TRASMISSIONE PRIMARIA
Guardate questi ingranaggi e pensate
alla cura con la quale sono stati realizzati. Osservate la frizione,
non isolata dall'olio lubrificante che circola tra il carter
centrale e quello della trasmissione.
VISTA SPINTEROGENO
guardate la raffinatezza costruttiva
della calotta annegata nel blocco motore; guardate la
protezione dei
cavi candela i quali forzatamente devono scorre vicino alla testa del
motore. Si legge il numero del motore e si vede il cavo di
comando dell'anticipo.
VISTA RUTTORE
Avete mai visto un ruttore (le
famigerate puntine platinate) scomparso da una ventina d'anni, croce
di tutti i motociclisti ed automobilisti per la sua propensione ad
aprirsi troppo o troppo poco, a ossidarsi, a raccogliere la minima
traccia di umidità? Eccone uno. In questa foto si vedono altri
particolari gustosi come il gruppo cilindri privo della testa e i 14
prigionieri di fissaggio della stessa, distinti da quelli di
fissaggio del gruppo cilindri al carter motore.
FOTO TESTATA
No, non si tratta di un motore a due
tempi ma di un ciclo Otto a valvole laterali: la testa è in sostanza
un coperchio, la camera di scoppio è a fianco dei cilindri e in essa
si aprono i foro candele mentre le sedi delle valvole sono riportate
nel blocco cilindri.
COMMENTO: Questo capolavoro
dell'industria italiana pre e postbellica è stato perfettamente restaurato
da un amatore e ancora è in grado di prestare valido servizio.
Merita ammirazione da parte di coloro che apprezzano le macchine nate dall'abilità dell'uomo non
mediata dagli strumenti elettronici. Un plauso merita altresì chi ha
reso ancora funziionante il motociclo.
Notizie più precise potete
trovarle all'indirizzo
http://digilander.libero.it/bike_sertum/index_1.htm
Vai alla nostra Guida al Museo
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