Perchè uno smontaggio distruttivo


Perchè uno smontaggio distruttivo

ovvero

PROVANDO E RIPROVANDO

 

 

Non sempre le enunciazioni sintetiche vengono riprese in modo pertinente all’originale.

Il motto che dà il sottotitolo a questo modesto scritto, fatto proprio dall’Accademia del Cimento, fondata a Firenze nel 1657 dagli allievi di Galileo, Evangelista Torricelli e Vincenzo Viviani, voleva sintetizzare il proposito di ricercare la verità attraverso la sperimentazione e non  attraverso la speculazione.

Ma il detto è ripreso da una terzina dantesca (Paradiso, II, 1-3) forse meno celebre:

Quel sol che pria d'amor mi scaldò 'l petto,
di bella verità m'avea scoverto,
provando e riprovando, il dolce aspetto;

Il Poeta richiama così non già il metodo empirico di ricercare la verità attraverso lo studio di casi particolari ma piuttosto quello analitico di dedurla da principi acquisiti.

Ci sia consentito il richiamo a due orientamenti fondamentali nella storia del pensiero umano per introdurre un argomento ben modesto, che ha appassionato la non proprio sparuta schiera di appassionati della biottica Rollei, gli uni sostenitori dell’autorità del massimo esperto italiano Angelo Derqui, gli altri dell’autorità di Claus Prochnow, di recente scomparso: come identificare le  Rolleiflex 3,5 equipaggiate di Planar e Xenotar a 6 lenti rispetto a quelle con le stesse ottiche a 5 lenti.

Diciamo subito che il tema è di esclusivo interesse collezionistico poiché tutte le ottiche montate sulle Rollei, se prive di vizi dovuti al logorio o a trattamenti inadeguati, hanno una resa che va al di là del potere risolutivo di qualsiasi emulsione e nessuno è in grado di valutare se una foto è stata scattata con un Planar (o Xenotar)  a 5 o 6 lenti o con un Tessar (o uno Xenar) in base alle caratteristiche dell’immagine.

Non vi è dubbio che prove di laboratorio (i famosi test MTF) possano consentire di rilevare differenze che peraltro non influenzano il risultato finale.

Ma i Rolleisti continuano a cercare la biottica più bella, con caratteristiche più avanzate e un obbiettivo a sei lenti viene visto (o immaginato) come capace di rendere immagini migliori rispetto ad altra che ne ha soltanto cinque.

Proprio per questo si è aperto un dibattito nel Forum del Rollei Club Italia, con la partecipazione di numerosi appassionati i quali hanno seguito due diverse strade, senza vergognarsi di passare dall’una all’altra via d’indagine.

Si deve tener presente che il passaggio dalle ottiche f. 3,5/70 5 lenti a quelle a 6 non è avvenuto per ragioni commerciali, con un comportamento che anticiperebbe i produttori di fotocamere digitali i quali aumentano il numero dei pixel per … incrementare le vendite. Negli opuscoli illustrativi delle caratteristiche dei vari modelli non vi è infatti cenno a tale innovazione, tanto che per individuare gli apparecchi sui quali essa è presente dobbiamo appoggiarci a fonti non ufficiali.

Secondo gli schemi riportati da Derqui nel suo libro più recente, la differenza tra un planar a 5 lenti

e uno a 6 lenti

 

sta nella seconda lente da sinistra del 5 lenti che ha la stessa forma del blocco seconda e terza da sinistra del 6 lenti. La variante è stata dunque realizzata semplicemente tagliando una lente per ricavarne due.

Escluso, per la serietà della F&H e anche per la mancata pubblicizzazione della variante, che la sesta lente sia stata introdotta allo scopo di accreditare pregi in realtà inesistenti, si possono formulare due ipotesi:

a)      si è cercato di semplificare il procedimento di fusione delle lenti, realizzandone due più piccole in luogo di una sola;

b)      si sono realizzate due lenti in luogo di una in modo da utilizzare cristalli con diversa formula e con differente grado di rifrazione.

L’ipotesi più probabile è la seconda ma è verosimile che il risultato ai fini pratici sia stato ben modesto, magari per l’alta qualità del Planar  5 lenti, se la variante non è stata studiata per il Planar 2,8.

Secondo Angelo Derqui (Le biottiche moderne, pag.  22) le 3,5 F con matricola a partire circa dal n. 2.800.000, in pratica quindi del quarto e quinto tipo con matricola serigrafata sotto l’ottica di ripresa, sono equipaggiate con ottica Planar o Xenotar “dotate di una sesta lente che esalta resa colore e plasticità”.

Ben diversi sono i dati forniti da  Claus Prochnow (Report II 16 – 383), dedicata appunto alle Rollei 3,5 F che egli classifica come terzo tipo.

1)      Le  Rollei 3,5 F terzo tipo, prodotte dal 1960 al 1966,  recano il numero di matricola da 2.250.000 a 2.857.149 (non interessano in questa sede le ripartizioni che consentono di specificare meglio il periodo di produzione e anche di valorizzare talune modifiche di dettaglio che hanno suggerito a Derqui di introdurre nella classificazione un quarto ed un quinto tipo);

2)      Le stesse sono indicate con la sigla 167/1B se equipaggiate con ottica di ripresa Planar,  167/2B se Xenotar;

3)      Gli obbiettivi Planar con numero di serie a partire da 2.735.002 hanno 6 lenti anziché 5;

4)      Esiste una serie di obbiettivi Xenotar modificati in modo da avere 6 lenti anziché 5.

Nello stesso Report II, a pag. 16 – 376, si chiarisce che la modifica riguardò anzitutto il Planar e successivamente lo Xenotar.

Un rilievo si impone: i numeri di serie delle ottiche Planar crescono molto più rapidamente dei numeri di matricola degli apparecchi; col criterio suggerito da Derqui le 3,5 F con la famosa sesta lente sarebbero poco più di 50.000; in base ai dati forniti da Claus Prochnow  sarebbero invece molte di più e anzi quelle con 5 lenti solamente sarebbero una minoranza (magari tale da stuzzicare l’interesse dei rolleisti).

L’autore di queste righe, avendo rilevato una crescente divaricazione fra i seriali di macchina e quelli dell’obbiettivo di ripresa, riteneva più convincente il criterio suggerito da Angelo Derqui, idoneo a  risolvere il problema anche per le ottiche Schneider, i cui numeri di serie non sono paragonabili con le ottiche Zeiss (una 3,5 F primo tipo, matr. 2.216.240 ha uno Xenotar matr. 6.110.076) ed ha sperato di trovare una conferma nel raffronto fra seriale macchina e seriale obbiettivo da effettuarsi su apparecchi in possesso dei frequentatori del Forum. Pensava infatti di ottenere  dati  utili a smentire Prochnow con una sorta di reductio ad absurdum: dimostrata una divaricazione inspiegabile fra il seriale di macchina e quello dell’obbiettivo, verificata l’inesistenza di 3,5 F con seriale obbiettivo inferiore al fatidico 2.753.002, la conclusione invitabile era quella di un errore di stampa per il quale detto numero era stato riferito all’ottica anziché all’apparecchio.

Altair ha quindi aperto una nuova discussione sul Forum, ha reso pubblici i dati degli apparecchi in suo possesso ed ha chiesto agli amici rolleisti di fare altrettanto.

Ne è venuto fuori un data base di qualche interesse, di seguito trascritto.

-          Apparecchio 2.200.000 – Planar  2.219.999

-          Apparecchio 2.218.630 – Planar  2.278.814

-          Apparecchio  2.230.000  –  Planar  2.241.999

-          Apparecchio  2.250.000  – Planar  2.799.999

-          Apparecchio  2.250.275  – Planar  2.753.490  

-          Apparecchio  2.252.298  –  Planar  2.756.100

-          Apparecchio  2.253.553  –  Planar  2.756.036

-          Apparecchio  2.264.269 –  Planar  3.270.321

-          Apparecchio  2.265.151  –  Planar  3.271.612

-          Apparecchio  2.274.745  –  Planar  3.502.372

-          Apparecchio 2.276.734  –   Planar  3.673.820

-          Apparecchio 2.284.754  –   Planar  3.941.086

-          Apparecchio  2.286.559  –  Planar  3.943.705

-          Apparecchio  2.298.805   – Planar  4.145.621

-          Apparecchio  2.800.000  –  Planar  2.857.149

-          Apparecchio  2.807.853  –  Planar  4.182.872

-          Apparecchio  2.820.288  –  Planar  4.357.441

-          Apparecchio  2.820.802  –  Planar  4.254.367

-          Apparecchio  2.828.885  –  Planar  4.660.361

-          Apparecchio  2.829.491  –  Planar  4.771.807

-          Apparecchio  2.833.457  –  Planar  4.920.137

-          Apparecchio  2.834.946  –  Planar  4.921.982

-          Apparecchio  2.835.885  –  Planar  4.921.909

-          Apparecchio  2.841.802  –  Planar  5.122.232

-          Apparecchio  2.845.959  –  Planar  5.368.428

-          Apparecchio  2.846.196  –  Planar  5.369.411

-          Apparecchio  2.847.437  –  Planar  5.368.905

 

È così confermato  il primo elemento indiziario sul quale Altair aveva posto la sua attenzione: i seriali degli obbiettivi Planar crescono molto più rapidamente rispetto a quelli delle macchine e non si ravvisano elementi per creare una correlazione.

È invece smentita l’ipotesi circa l’inesistenza di  3,5 F con seriale obbiettivo inferiore 2.753.002.

L’argumentum ad absurdum non può quindi essere invocato per far valere l’autorità di Derqui contro Prochnow.

Altair non si è rassegnato ed ha messo in dubbio che un dato ballerino come il seriale dell’obbiettivo possa essere utilizzato per individuare una modifica costruttiva, ma l’unico indizio  acquisito poteva forse avere qualche effetto in un’aula di Tribunale, non certo in una disputa fra collezionisti.

Fin dai primi interventi Planar 48 ha fatto notare che forse era il caso di far smontare una macchina da un riparatore per contare le lenti e un altro socio ha proposto l’acquisto collettivo di una Rolleiflex fuori uso, modello 3,5 F, con matricola inferiore a 2.800.000 e obbiettivo Planar con seriale superiore a  2.753.002 in modo da  compiere l'operazione in corpore vili.

E l’esito finale di questa avventura, provando e riprovando stavolta su dati concreti e non su argomenti, sembra aver risolto una buona volta la vexata quaestio.

Si deve aggiungere che solo lo smontaggio … distruttivo ha fornito dati sicuri poiché Planar 48 ha interpellato il titolare di un noto laboratorio di Milano il quale “dopo aver consultato la sua bibbia di riparatore” si è dichiarato certo che dalla matricola apparecchio 2.800.000 la 3,5F (Planar e Xenotar) montò l'ottica 6 lenti.

Ma torniamo all’indagine compiuta con metodo sperimentale.

PK61  ha acquistato su ebay a un prezzo accettabile, diviso tra quattro soci i quali si sono ripartite anche le frattaglie residuate, la Rollei numero 276 della terza serie K4F corpo Nr. 2.250.275 e obbiettivo Planar  Nr. 2.753.490, in pessimo stato e a pezzi.

Non si poteva trovare di meglio poiché l’apparecchio aveva una matricola ben lontana da quella indicata da Derqui come discrimine fra le 5 e le 6 lenti mentre l’ottica aveva un numero inferiore di parecchie centinaia di migliaia rispetto al più basso verificato intorno a tale linea di confine.

E così l’intrepido rolleista ha cominciato lo smontaggio.

È stato isolato il blocco composto da una o due lenti ed è stato accertato che esso  riflette la luce di una lampada in due punti distinti, di due diversi colori.

 

Lo stesso blocco è stato sverniciato con apposito solvente (sembrava inguainato mentre il rivestimento era in realtà vernice nera.

Il blocco è stato messo a bagno nel solvente senza alcun esito.

Infine è stato messo … al forno.

E il blocco si è così diviso in due parti e ne sono risultate appunto le due lenti che nello schema a sei hanno sostituito l’unica dello schema a 5.

Ed ecco come si presenta il Planar matr. 2.753.490 ridotto a … fattori primi:

 

E così abbiamo appurato, mediante verifica sul campo:

1) che Prochnow ha esattamente attribuito la sesta lente ai Planar con matricola a partire da  2.753.002;

2) che tale innovazione comincia più o meno intorno all’apparecchio con matricola 2.250.000 e non intorno a 2.800.000;

3) che le Rollei 3,5 F con ottica Planar 3,5/75 a 5 lenti sono molto meno di quelle con la stessa ottica a 6 lenti;

4) che dal punto di vista collezionistico hanno se mai un maggior interesse le 3,5 F con ottica a 5 lenti.

E per lo Xenotar?

Prochnow non sembra fornire dati precisi poiché nel più volte citato Report II, alla pag.  16 – 376, ci fa sapere che dopo la realizzazione del Planar a 6 lenti da parte  di Zeiss anche Schneider  costruì uno Xenotar a 6 lenti. Alla pag. 16 – 383 riferisce che sul terzo tipo di 3,5 F viene montata una serie modificata dello Xenotar, appunto con 6 lenti.

In via ipotetica, provando solamente poiché ci manca la controprova, possiamo affermare che le 3,5 F con matricola appena superiore a 2.250.000, se equipaggiate con lo Xenotar, hanno la famosa sesta lente.

All’indirizzo

http://www.schneideroptics.com/

è possibile ritrovare una tabella che dovrebbe consentire di individuare la data di costruzione degli obbiettivi Schneider.

Peccato che questa tabella presenti qualche anomalia:

Infatti:

1)      la Rolleicord VA acquistata da me (quantum mutatus ab illo) nella primavera 1960 monta uno Xenar matr. 5.812.012 mentre secondo la tabella già nell’anno 1959 sarebbe superato il n. di serie 6.000.000;

2)      una Rolleicord VB, sicuramente degli anni 1970 – 1971 poiché l’otturatore ha la sola sincronizzazione X, monta uno Xenar matr. 9.777.971 mentre, secondo la tabella, nell’anno 1970 sarebbe superato il n. di serie 11.500.000;

Invece la una 3,5 F sicuramente del primo tipo e quindi costruita negli anni da 1958 a 1960 ha il numero di matricola 2.216.140 e monta uno Xenotar matr. 6.610.076, dato questo compatibile con la tabella; l’ottica (che il proprietario Altair rifiuta di infornare) ha sicuramente 5 lenti, in conformità con i dati forniti da Prochnow; la qualità dei negativi ottenuti è però la stessa  rispetto al Planar a 6 lenti, anche per il colore

Si segnala  infine che all’indirizzo

http://www.antiquecameras.net/rolleiflex.html

si afferma, con evidente richiamo alla matricola dell’apparecchio: “after Serial # 2299547, the Xenotar lens had 6 elements.”

Possiamo prendere per buono questo dato, non smentito da altri in nostro possesso, anche se, almeno per ora, non abbiamo elementi per verificarlo.

Altair



 

E finalmente la soluzione definitiva ce la fornisce, condita di qualche paterno ammonimento, il nostro Presidente Onorario Angelo Derqui.

 

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