Mancò la fortuna ....

 

 

 

Le cubo Reflex

 

(finalmente ne parliamo)

 

Così Roberto, nel febbraio 2004, quando questo sito era da poco apparso sul web, concludeva il suo scritto sulla Rolleiflex SL 35 E:

 

"Questa macchina fu l’ultima di quelle che abbiamo arbitrariamente classificato come “Reflex Classiche” per differenziarle da quelle che abbiamo soprannominato “Reflex Moderne”; le prime contraddistinte da un design tutto sommato tradizionale le seconde invece dal design rivoluzionario al punto tale da farle soprannominare “Cubo reflex”.

Appartengono alle “Cubo” Reflex le SL 2000F, SL 3003 ed SL 3001 ma di queste macchine parleremo in una delle prossime occasioni. "

 

Nel mese di aprile 2011, nel quadro di una revisione del sito, lenta ma impegnativa, Altair si è ricordato di aver visto un apparecchio  di quel tipo

 

 

nell'incontro di Madonna di Campiglio ed ha ripreso in esame l'argomento, avvalendosi della collaborazione del Presidente e di altri amici del Rollei Club.

 

OoOoOoOoOoO

 

Nell'anno 1976, dieci anni dopo la presentazione della Rolleiflex SL66 (lo sapevate che il numero indica l'anno di nascita e non il formato?) la Rollei presentò il prototipo di un apparecchio rivoluzionario che partiva dalla stessa idea base  (corpo macchina con otturatore a tendina, pellicola in magazzino intercambiabile, ottica intercambiabile) e peraltro in luogo della pellicola 120 utilizzava pellicola da 35 mm, nei normali caricatori per un massimo di 36 pose e in quelli speciali da 72 pose. L'avanzamento avveniva mediante motore interno e il funzionamento dipendeva dall'alimentazione elettrica.

L'apparecchio

 

apparve sul mercato  con il nome di Rolleiflex SL 2000 F nell'anno 1981, troppo tardi per incontrare il successo che meritava.

Furono nell'ordine commercializzati tre modelli, la SL 2000 F, la  3003, la   3001, dei quali evidenziamo i dati comuni, rinviando alle pagine appositamente dedicate per le specifiche differenze. Non mancarono versioni speciali come la Traveller (una 3003 .. biancovestita) e la 3000 ED, predisposta per il formato 18x24

Visto che la foto la fa l'obbiettivo cominciamo a parlare delle ottiche.

A  questo proposito si deve anzitutto segnalare che le cubo e le monoreflex tradizionali  hanno lo stesso attacco, pur se vi sono quattro tipi di baionetta con differenti livelli di automatismo quanto all'apertura del diaframma.

E' quindi possibile utilizzare gli stessi obbiettivi per una SL35, per altra reflex tradizionale e per una cubo, con i limiti ben spiegati nella pagina sopra richiamata.

Come già detto le cubo non possono funzionare senza la corrente ma l'accumulatore consta di 5 batterie AA ricaricabili, di facile reperibilità ed eventualmente sostituibili  con batterie alcaline. Per il lavoro all'interno di uno Studio Fotografico è previsto apposito alimentatore da rete.

 

 

L'apparecchio può essere diviso in tre parti, quattro contando anche l'ottica.

 

 

 E' infatti possibile separare lo scomparto portapile dal magazzino che accoglie la pellicola; questo può essere rimosso anche se carico, previa introduzione del volet.

L'avanzamento, come già detto, avviene con motore interno che consente di scattare una singola immagine o anche una sequenza, al ritmo di tre fotogrammi al secondo.

Il riavvolgimento è invece manuale, con apposita manovella ribaltabile.

In questa immagine potete notare, oltre alla manovella, la divisione fra le tre sezioni. Si vedono anche i numeri di matricola del corpo macchina e del magazzino. Le scritte 36-72 hanno un valore solo indicativo poiché per utilizzare gli speciali caricatori da 72 pose è necessario  modificare la posizione del pressapellicola prima della carica.

La macchina è stata pensata per le esigenze dei professionisti dell'epoca i quali sovente dovevano utilizzare, nell'ambito di uno stesso lavoro, diversi tipi di pellicola, a bassa e ad alta sensibilità, in bianco e nero e in colore, per luce diurna o artificiale.

 Per distinguere i magazzini durante l'uso è prevista apposita finestrella per l'inserimento di un ritaglio della confezione pellicola.

 

 

 

Viene mantenuto (con eccezione della 3001) il classico pozzetto Rollei con lente d'ingrandimento ma per le riprese ad altezza d'occhio e in verticale vi è un oculare che consente del pari la visione attraverso l'obbiettivo. L'apertura del pozzetto esclude il funzionamento del mirino ad altezza d'occhio e viceversa.

Per agevolare le riprese in verticale e in qualsiasi posizione consentita dal pozzetto sono previsti  due pulsanti di scatto sui lati dell'apparecchio per la 2000 F, tre, sui lati e sul dorso per la 3003, uno solo sul dorso per la più economica 3001.

Questa geniale creazione, commercializzata troppo tardi, anche in versioni speciali come la Traveller, quando il mercato offriva sistemi versatili a prezzo inferiore e già si affacciava il digitale, non ha avuto la fortuna che meritava e avrebbe forse avuto  se commercializzata dieci anni prima assieme alla SL 66.

Per la biottica era stato coniato lo slogan non ha bisogno d'altro che un rullino e tuttavia era stata prodotta una serie di accessori, belli quanto non strettamente necessari al di fuori di utilizzazioni specialistiche ed ora brama dei collezionisti.

Per le cubo, vi è stata eguale messe di accessori, taluni utili per sfruttare le potenzialità dell'apparecchio come magazzini di ricambio e le ottiche di varie focali, altri come alimentatori da rete, stativi speciali, telecomando, scatola per foto subacquee, speciali impugnature, vetrini di ricambio (per un reflex di soli 24x36 mm), autentici capolavori di ottica e di meccanica, dei quali peraltro si può anche fare a meno .

Nello stesso settore delle ottiche intercambiabili, vi è stato un evidente eccesso poiché, come risulta dal prospetto, si va dal grandangolo da 15 mm al tele, a specchio e con visione diretta, da un metro.

Grazie alla collaborazione fra Rolleisti è possibile indicare qualche prezzo, limitatamente però al corpo macchina e ad alcune ottiche, per confrontare la competitività delle Cubo rispetto ad altri apparecchi professionali della concorrenza. In una delle prime versioni di questa pagina (che continuo ad aggiornare, auspicavo di conoscere anche il costo degli accessori, specie di quelli non strettamente indispensabili.

Il nostro Presidente mi ha fornito un catalogo da cui risultano i prezzi in sterline per l'anno 1990. Vi anticipo anche la seconda e la terza pagina. Mi riservo di approfondire l'esame degli elementi così acquisiti in relazione al cambio ed alla svalutazione monetaria e di rifare qualche confronto. Rimane però confermato che un solo corpo monoreflex 35 mm con tutti gli oggetti di cui alla descrizione schematica doveva costare una cifra ragguardevole e la produzione impegnò investimenti notevoli,  verosimilmente non recuperati atteso il modesto volume delle vendite. Nelle pagine dedicate ai singoli modelli vengono indicati i dati relativi alla produzione per i vari modelli 2000, 3003, 3001, invero modestissimi se paragonati a quelli delle biottica. Ancor più modesti numeri valgono verosimilmente per gli accessori. Invero le offerte di accessori per biottica su ebay sono frequenti mentre per le cubo le proposte si riducono a qualche magazzino e caricabatterie.

La genialità del progetto e il costo allineato o inferiore rispetto ad altre professionali (salvo che non si volesse collezionare tutti gli obbiettivi disponibili) meritavano miglior fortuna, tanto più che le ottiche potevano essere utilizzate anche sulle economiche 35 SL, ma non sempre i prodotti innovativi incontrano il favore del mercato.

Grazie alla collaborazione di amici che dispongono dell'Almanacco di Fotografare anno 1988 è possibile riferire che a quella data la 3001, solo corpo, costava lire 2.000.000 mentre la 3003 costava euro 2.450.

La valutazione  dell'usato era di lire 700.000 per la 2000 non più in produzione e rispettivamente 1.000.000 e 1.200.000 per la 3001 e la 3003.

E' interessante il raffronto dei prezzi, sempre desunti dall'Almanacco 1988, rispetto alle più temibili concorrenti:


Canon F-1 NEW L. 1.900.000 solo corpo con mirino AE
ob. 50/1,8 L.170.000

Leica R-5 L.3.250.000 solo corpo
ob. 50/2 L.850.000

Nikon F3 HP L.2.250.000 solo corpo
ob. 50/1,8 L.150.000.

Si deve considerare che il motore per la Canon F1 costava  480.000 lire mentre lle cubo ne erano già provviste. I prezzi erano dunque di poco superiori alla più blasonata produzione giapponese e alquanto inferiori rispetto alla Leica.

Intanto si affermavano sul mercato apparecchi come quelli della variegata classe A Canon, versatili, più economici, per i quali erano disponibili ottiche per tutte le esigenze ed anche motori di varia potenza.

Ai fini pratici tre corpi Canon A caricati con pellicole differenti, insieme ad un winder e una mezza dozzina di obbiettivi offrivano le stesse possibilità di una cubo, ivi inclusa quella di poter passare senza indugio e in qualsiasi momento da un tipo all'altro di pellicola, con il vantaggio di spendere assai meno e disporre di tre apparecchi completi sempre pronti all'uso nel caso non impossibile di defaillance di meccanica, elettronica e magari più semplicemente di batterie.

E per restare in casa Rollei, tre corpi SL 35 con alcuni obbiettivi avrebbero offerto analoghe prospettive d'uso, pur senza disporre di un motore per scatti a raffica (ma quanto se ne sono davvero serviti nell'uso pratico?)

Le reflex cubo sono ora un ghiotto boccone per collezionisti ... anfibi che oltre a collocare il loro materiale in vetrina vogliono utilizzarlo, magari occasionalmente, sia pure senza pretendere di portarsi dietro  una serie di magazzini e di ottiche.

Vien fatto di chiederci per qual motivo l'apparecchio non nacque nel formato 24x24, in linea con la vocazione ... quadrata della produzione Rollei; invero la varietà delle ottiche e la qualità delle stesse avrebbe consentito di disporre ugualmente di un sistema versatile, mentre i fotogrammi disponibili sarebbero stati 54 con un normale caricatore. Si ha notizia di una versione 18x24, denominata 3000 ED. Mal si comprende per qual ragione non fecero parte della ricca linea di accessori un magazzino per 54 pose 24x24 e altro per 72 pose 18x24. Invero la Hasselblad e la Rollei 6008 (ma anche la modestissima Kiew 88) possono essere corredate di magazzino per 16 pose rettangolari e nulla vietava analoga soluzione perla Cubo poiché maschera di delimitazione e contapose sono inseriti nel magazzino intercambiabile. Certo una simile opzione non avrebbe fatto la differenza su un mercato ormai invaso da apparecchi più economici e in grado di offrire prestazioni appena inferiori, ma i collezionisti ....bifronte avrebbero qualche altro oggetto di desiderio e soprattutto qualche ragione in più per contendersi una Cubo.

Le ragioni di una scelta tecnica e commerciale non possono essere sindacate col senno di poi di modesti dilettanti.

Un ultimo rilievo: la globalizzazione, con  tutte le sue conseguenze positive e negative, era ormai agli inizi.

Come potete vedere dalle foto, corpo e magazzino sono made in Germany by Rollei mentre il portapile è made Singapore.


 

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