Mi
sono imposto, come l’amico Altair, di fare delle comparazioni e dei
confronti solamente tra macchine che possiedo e di cui posso quindi
parlare a ragion veduta.
Essendo un estimatore del marchio Rollei ho tra le mie
macchine, direi obbligatoriamente, un esemplare di
Rolleiflex SL35 cui
sono affezionatissimo;
motivo di tanta passione è dato dalle condizioni
pressochè pari al nuovo, dalla costanza delle prestazioni
dell’otturatore a tendina e, non utimo, dalla precisione nelle
misurazioni che assicura ancora l’esposimetro. Infine, lo ammetto,
anche da quella scritta “Made in Germany” che pare elevare di grado la
qualità generale; ma delle eventuali differenze tra una macchina Made
in Germany ed una Made in Singapore, parleremo magari in un altro
momento.
Tuttavia, come estimatore di macchine classiche non ho
resistito alla tentazione di far mia una bellissima Voigtlander
Bessamatic De Luxe che ammiccava grazie alla cromatura perfetta ed
intonsa e ad un’ottica Septon dalla rutilante lente frontale. Ho
riposto le
due reflex nella stessa vetrinetta,
l’una accanto all’altra e, fatalmente, ho
cominciato a fare dei confronti. Ve ne parlo.
Sicuramente molto più discreta la Rollei, ben più
appariscente la
Voigtlander;
la causa è certamente nella diversa lavorazione
della parte cromata. Patinata opaca nella Rollei, brillante a specchio
nella Voigtlander. Quest’ultima è una connotazione tipica di Voigt che
ritroviamo in tutte le macchine prodotte, dalla Bessamatic, alla Bessa
II alle Vitomatic. Belle, ricche e...costose in fase produttiva. La
Rollei è molto più discreta, direi più elegante, anche come linea; più
bassa ed allungata, mentre più massiccia e più corta la Voigt. La
differenza si accentua se prese in mano e soppesate.
La Rollei pesa solo 595 grammi più 205 grammi del
Planar 50/1,8 per un totale di 800 grammi, mentre la Voigt segna 810
grammi di solo corpo macchina cui si aggiungono 262 grammi del Septon
50/2 per un totale di 1.072 grammi, cioè quasi un etto sopra il
kilogrammo.
Queste differenze sono giustificate dalla data di
nascita che fu il 1959 per la Voigt (1962 per la De Luxe) mentre la
Rollei nacque nel 1970; ovvia quindi la differente progettazione.
Ma ciò che essenzialmente differenzia queste due
macchine è ......
il cuore, ovvero l’otturatore. Infatti appartengono a
due filosofie lontanissime tra loro, con otturatore a tendina per la
Rollei ed otturatore centrale per la Voigt.
Personalmente trovo che, per quanto più moderno ed
attuale sia l’otturatore a tendina, esso non ha il fascino
dell’otturatore centrale; scattare con la Voigt, specie sui tempi
lenti, è una musica che richiama alla mente un cronometro svizzero, in
fondo, è un Synchro-Compur, ed il fascino non cambia, anche a scattare
a 1/500. Non così per 1/1.000 di secondo però, in quanto tale tempo
non esiste proprio.
Ed ecco scoperto il muro che divide le due produzioni;
gli otturatori centrali si fermarono allora al 500° di secondo, mentre
le tendine toccarono il 1.000° e subito dopo il 2.000° e via verso il
12.000° che qualcuno, forse, un giorno ci spiegherà a cosa di vitale
importanza serva effettivamente.
Altra notevolissima differenza, frutto anch’essa della
diversa data di nascita, è data dall’esposimetro; nella Voigt abbiamo
una cellula al Selenio che, se da un lato ci libera dalla schiavitù
della batteria dall’altro ha una vita limitata negli anni. Tuttavia la
Bessamatic De Luxe garantiva la misurazione all'interno del mirino con
un sistema di collimazione pallina-paletta la cui coincidenza si
ottiene ruotando il selettore dei diaframmi che è.....una
rotella sulla sinistra del tettuccio.
Inoltre la cellula di lettura dell’esposimetro
non è TTL ma si trova sopra l’obiettivo, sul frontale del pentaprisma.
Quanta diversità dalla Rollei il cui diaframma si
comanda dalla ghiera posta sull’obiettivo, soluzione diventata poi
normale fino ai giorni nostri; quanto diverso l’esposimetro che, per
quanto stop-down, ha però una più moderna fotocellula al CDS (Solfuro
di Cadmio). Certo, la misurazione stop-down era già all’epoca superata
ma nella pratica non la vedo una limitazione scandalosa, almeno se non
si va a fotografare il Gran Premio di Monza.
Molto comoda è nella Voigt la possibilità di leggere il
diaframma impostato per mezzo di un periscopio che “guarda” verso
l’obiettivo. La Rollei, pur più moderna, non dispone di
questa
utilità.
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